Vicino alla splendida città di Marsala, circondata dalla Laguna dello Stagnone, si trova la bella isola di Mozia, o Isola di San Pantaleo, com’è chiamata oggi.
La storia di questa zona è molto antica, furono infatti i Fenici a colonizzarla per primi, attratti soprattutto dalla sua posizione strategica, ma fu a lungo contesa anche da parte di Cartaginesi e da Siracusani, che nel 397 a.C, la distrussero.
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Mozia venne pressoché dimenticata finché nei primi del Novecento venne acquistata da Joseph Whitaker, un nobile inglese che riporto lentamente alla luce i resti degli insediamenti fenici.
Proprio grazie al lungo oblio e alla custodia della famiglia Whitaker oggi è possibile ammirare alcuni dei resti meglio conservati di quest’antica e misteriosa civiltà.
Un suggestivo sentiero permette di fare il giro completo di Mozia in meno di due ore, attraversando la folta vegetazione mediterranea che ricopre l’isola si incontrano diversi siti archeologici di grande valore, come i resti delle mura che circondavano la costa, delle torri di guardia e dell’imponente Porta Nord. Da cui parte la strada in pietra che univa Mozia alla terra ferma e che rimane appena sotto il pelo dell’acqua, regalando la sensazione di camminare sul mare.
Appena vacati i confini della città, si trovano i resti del grande Santuario del Cappiddazzu, probabilmente un edificio di culto, l’altro importante tempio si trova lungo la costa settentrionale, il Tofet era il luogo più sacro per i Fenici, qui venivano effettuati i riti ed i sacrifici, anche umani secondo la leggenda, destinati al dio Moloch.
All’interno si trovano i resti di alcuni villaggi, la caserma dell’esercito ed altri edifici, mentre tutti i reperti trovati sono conservati nel Museo Whitaker.
L’isola di Mozia è tuttora una proprietà privata e, sebbene sia aperta al pubblico, è vietato sbarcare con mezzi propri. L’ideale è partire dagli imbarcaderi vicini, da cui è anche possibile raggiungere le altre isole dello Stagnone o partire per una visita alle suggestive Saline.