Oplontis potrebbe essere considerata come una sorella di Pompei ed Ercolano, questo antico insediamento romano, infatti, venne anch’esso sepolto dall’eruzione del Vesuvio.
Il sito, però, è rimasto quasi inesplorato ed ora si trova sotto il paese di Torre Annunziata.
I primi scavi erano cominciati nel 1700, quando i Borboni ordinarono di riportare i resti in superficie, purtroppo però i lavori avevano un costo molto alto per la presenza delle paludi ed acquitrini, così vennero abbandonati.
Oplontis era, con tutta probabilità, un sobborgo di Pompei, formato da ricche ville, fattorie e stabilimenti termali che sfruttavano sorgenti di acque calde della zona.
Nel 1964 venne però riportata alla luce la Villa di Poppea, la seconda da sfortunata moglie dell’Imperatore Nerone.
La Villa di Poppea (o Villa A) era un palazzo molto grande, formato da varie costruzioni, sale, portici, terrazza, oltre a terme ed una piscina, il tutto decorato da meravigliosi affreschi dai colori vividi statue.
Negli anni ’70 venne alla luce anche la Villa Lucio Crasso Tertius, vicino alla quale sono state trovate altre costruzioni ed anche un tratto di strada.
Questa villa rustica, a differenza della domus di Pompea, era abitata al momento dell’eruzione e vi sono stati ritrovati molti corpi, oltre a vari attrezzi per l’agricoltura, la concia delle pelli, vasi, suppellettili e meravigliosi gioielli.
Nel 1997 gli scavi sono stati dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.