Le vie dei tesori a Palermo

SOMMARIO

Le vie dei tesori a Palermo: le 5 tappe da non perdere

Su iniziativa dell’Università degli Studi di Palermo, anche quest’anno la città offre gratuitamente l’accesso a 13 tesori con eventi a tema e visite guidate all’interno dei luoghi; illustri partecipazioni introdurranno il pubblico in un percorso fatto di arte, mistero, scienza, cultura,

L’occasione anche negli anni precedenti ha suscitato il forte interesse di moltissimi visitatori, attirati anche dalla gratuità dell’iniziativa, che hanno affollato la gran parte dei bed and breakfast Palermo, che hanno infatto registrato il tutto esaurito.

Tutte le tappe delle vie dei tesori offrono sicuramente spunti interessanti per conoscere non soltanto Palermo, ma in generale per accrescere il proprio bagaglio di conoscenza; tra i 13 siti visitabili ci sono infatti anche il museo geologico, quello zoologico, della radiologia, dei motori e dei meccanismi.

Di certo però, le visite imperdibili sono quelle che riguardano più da vicino la storia e le leggende palermitane:

  1. Palazzo Chiaromonte Steri.Sede del rettorato dell’Università di Palermo, nasce nel ‘300 come dimora della potente famiglia dei Chiaromonte. Impressionante il cambio di statuto che ha subito questo palazzo storico: da sede della potente famiglia diventa sede reale con Martino il Giovane, che fece decapitare in pubblica piazza l’ultimo discendente dei Chiaromonte per aver attentato alla sua corona; da sede reale diventa sede vicereale, con i viceré spagnoli; ancora diventa sede degli uffici reali quali dogana e fisco, fino al XVI secolo quando qui viene scritta una delle pagine più tristi della storia palermitana: il palazzo diventa infatti sede della Santa Inquisizione. Rimarrà tale fino al 1782 quando il viceré Caracciolo ne ordina l’abolizione. Da tribunale dell’inquisizione, diventa allora tribunale civile e penale, fino all’inaugurazione dell’attuale Palazzo di Giustizia nella metà del secolo scorso. Cambia così ancora destinazione d’uso, essendo ancora oggi sede del Rettorato dell’Università.ciò che rende unico il palazzo è il patrimonio artistico che possiede all’interno. L’aula magna infatti, la più importante del palazzo, ospita un soffitto ligneo affrescato con tecniche decorative arabe: una vera e propria enciclopedia medievale che racchiude storie dell’antico e nuovo testamento, storie cavalleresche, scene di caccia, la guerra di Troia e così via.Sempre all’interno del Palazzo, in quella che una volta era la Sala delle Armi, si trova il capolavoro di Renato Guttuso, pittore bagherese che rese celebre il mercato della Vucciria nell’omonima tela.
  2. Carcere dei Penitenziati.Sempre all’interno del complesso di Palazzo Steri, il restauro viene concluso nel 2010, aprendo le sale che una volta venivano adibite a celle per i prigionieri accusati di eresia, stregonerie, o semplicemente, personaggi scomodi.Impressinante la ricchezza di graffiti realizzati nelle pareti delle celle ad opera degli stessi prigionieri: poesie, preghiere, invocazioni, addirittura la rappresentazione della battaglia di Lepanto. Di certo una agghiacciante testimonianza di quello strumento di oppressione che fungeva da braccio armato della giustizia per il consolidamento del proprio potere.Proprio in queste sale si consumò la vicenda di Fra’ Diego la Matina, che accusato ingiustamente, uccise il suo inquisitore Cisneros colpendolo sul cranio con le manette di ferro. Questa storia ha ispirato i libri di Sciascia, Natoli, nonché un dipinto di Guttuso.
  3. Cripta delle Repentite.Uno spazio angusto per raccontare una storia affascinante: questa cripta cela i segreti del Convento di Santa Maria la Grazia, risalente al ‘500, dove le prostitute venivano accolte e convertite in monache. La scelta di convertirsi tradisce in realtà il nome: più che “ree pentite” infatti, erano quasi costrette ad abbandonare le loro pratiche a causa delle tasse che erano costrette a pagare per potersi vestire come “donne oneste”.La particolarità di questa cripta sta nel magnifico altare seicentesco e nelle panche che venivano utilizzate per la pratica di prosciugamento dei cadaveri delle donne che avveniva prima della sepoltura secondo una tradizione religiosa.
  4. Orto Botanico.Un paradiso che si estende per 10 ettari, un vero e proprio “giro del mondo” da poter vivere attraverso gli esemplari di piante provenienti da ogni parte del mondo. E’ proprio all’orto botanico di Palermo che si deve l’introduzione del mandarino, del nespolo, del cotone e del banano.Gli edifici all’interno, ovvero il “Gymnasium“, il “Calidarium” e il “Tepidarium” si devono all’opera dell’architetto francese Leon Dufourny sul finire del XVIII secolo.Ma l’attrazione più gettonata, tra esemplari di ogni genere e una enorme biblioteca con volumi a partire dal 1537, è l’albero più alto della città, l’Araucaria Columaris, che si lancia fino a 35 metri.
  5. Cappella dei Falegnami.Un vero e proprio scrigno di tesori barocchi, tra stucchi e putti che rendono la visita di questa cappella quasi commovente.Si trova all’interno della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo, realizzata agli inizi del ‘600 dai padri Teatini del convento una volta annesso.La cappella è in realtà un oratorio con decorazioni affidate a Giuseppe Serpotta, con festoni, cornicioni e affreschi dalla bellezza incommensurabile.

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